Anno di creazione | 2024 |
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Dimensioni | 50 L × 50 A × 3 P cm |
Tipi di arte | fotografia |
Stile | moderno |
Genere | impressionismo fotografico |
Inquadratura | l'opera viene venduta con cornice |
Metodo di imballaggio | іmballaggio in cartone |
Questa opera fa parte della serie Materia composta da stampe Hahnemühle Fine Art Baryta. Incorniciata con passepartout e vetro museale, l'opera è numerata e firmata dall'artista Alessandro Idini, accompagnata da un Certificato di Autenticità. Creata nel 2024, questa fotografia esplora l'astrazione attraverso materiali in diversi stati, esprimendo potenza e forme indeterminate.
Nato a Nuoro nel 1961, appassionato di fotografia fin da ragazzo, completa gli studi a Milano, presso l’Accademia di Belle Arti di Brera, dove si laurea a pieni voti nel 1986 con una tesi sull’evoluzione del ritratto fotografico dai primi del novecento fino agli anni ‘80. Durante l’ultimo anno del corso di studi inizia a lavorare come fotografo nel campo della moda e realizza servizi editoriali per riviste di “Bellezza”, piccole campagne pubblicitarie di stilisti allora emergenti e i ritratti fotografici degli artisti contemporanei milanesi; in seguito alla laurea decide di trasferirsi a Parigi dove però il contrasto tra i troppi compromessi del mondo della moda e la propria indole estranea lo porta ad abbandonare questo mondo. In seguito, dopo essersi dedicato per molti anni al giornalismo e alla fotografia outdoors, all’alba del nuovo millennio inizia a dedicarsi alla fotografia fine art, da lui stesso definita come “la possibilità di lavorare prescindendo dal concetto di commissione". Con la serie fotografica Flowers nei primi anni 10 di questo secolo, ripresa in studio e in grande formato analogico, ottiene il riconoscimento internazionale di diverse riviste d’arte e di alcuni collezionisti di opere fotografiche stampate con la tecnica del platino-palladio. Successivamente, dopo una serie sul paesaggio urbano, si dedica totalmente alla ricerca dell’estetica informale; nascono così le serie Fragments, Ekpýrosis e Phaos, caratterizzate dalla ricerca dell’astrazione dell’oggetto quotidiano, con la sua de-contestualizzazione e distruzione fino alla sua rinascita in una nuova immagine. Ma è con la serie Materia che la ricerca sul concetto di percezione informale in fotografia trova la sintesi ideale del connubio tra le possibilità espressive della forma e il mezzo meccanico di ripresa, dove lo scontro tra fluidi di diversa densità e colore crea forme estremamente fugaci che danno vita a composizioni che durano solo per un istante, per poi scomparire nella materia stessa.