Anno di creazione | 2019 |
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Dimensioni | 110 L × 150 A × 2 P cm |
Tipi di arte | pittura |
Stile | espressionismo |
Genere | ritratto |
Materiali | acrilico, tela |
La figura femminile in piedi in quest'opera d'arte ricorda l'Ave Maria, ha un viso molto stanco, persino stufo e in attesa che qualcosa finisca. Anche se questa figura vuole essere un autoritratto, non mi trasmetto come Maria, ma quello che voglio comunicare invece è quanto troppa ingenuità, troppa fiducia unilaterale e amore sfiniscano ogni donna (e non solo, ma in questo caso lo sto basando sulla mia esperienza personale) in quanto hanno così tanto da regalare, cosa che fanno ed è per questo che rimangono vuoti. Questo è un tipo di dolore che volevo esprimere.
Sono Lizi, un'artista di 19 anni del paese della Georgia. Oltre ad essere un artista, compongo musica e scrivo poesie. Un po' sul motivo per cui ho scelto l'arte: dipingo perché sento che la mia energia interiore, che si accumula incessantemente, ha bisogno di essere liberata e non riesco a trovare riposo finché non la stabilisco in un'opera d'arte. Ecco perché sono molto sensibile a tutte le mie opere d'arte, poiché in ognuna c'è ancora una parte di me che vive. Cerco di metterci quanta più energia possibile perché credo che la vividezza dell'energia nell'opera d'arte determini quanto durerà la vita dell'opera d'arte, per quanto tempo questa energia durerà e rimarrà lì: forse per alcuni mesi, forse per sempre. Voglio riportare la citazione di Joan Mirò a cui posso davvero relazionarmi in termini di passione e ispirazioni: "Comincio a dipingere perché qualcosa mi allontana dalla realtà. Questo shock può essere causato da un piccolo filo che si stacca dalla tela, un goccia d'acqua che cade, l'impronta che il mio pollice lascia sulla superficie lucida di questo tavolo." Questi piccoli dettagli che Miro elenca sono per lo più quelli che danno agli artisti il privilegio di trarre ispirazione dalle cose che per lo più passano inosservate. Ogni volta che dipingo, sento una passione che mi afferra e mi fa perdere me stesso. Per questo credo che il processo artistico sia un paradosso di appartenere a se stessi e allo stesso tempo perdersi.